QUANDO FERMARSI- Shabkar Tsogdruk Rangdrol (1781 – 1851)
Quando tutto ciò che faccio è pensare alla realtà
e lascio affievolire la consapevolezza
allora devo fermarmi.
Quando lascio andare competizioni, amori, affari,
prostrazioni, circumambulazioni, danze sacre e gesti –
allora sono sola e indipendente.
Quando lascio andare chiacchiere mondane, canti, preghiere,
mantra psico-energetici
allora sono in silenzio.
Quando lascio andare il confuso pensiero mondano, la fede, la compassione,
le pratiche esoteriche
allora sono aperta, viva.
Perchè?
Quando si smette di correre, il corpo sta comodo,
quando sta comodo, i nervi sono stabili,
quando sono stabili
l’energia della mente è stabile
e quando essa è stabile i pensieri si fermano da soli
ed erompe la lucida intelligenza.
Lo yogi non è mai malato perchè non disturba il suo corpo.
Quando si smettono i giochi con le parole
inizia la muta concentrazione,
l’energia che scorre all’interno si libera
e la conca di cristallo del nervo kati
intensifica la luce.
La vita di uno yogi è lunga perchè la sua energia scorre.
Quando si smette di pensare
i meandri del pensiero si fermano
e ci si libera.
Da The Flight of the Garuda (Thod rgal: 37b, iii – 38b, i., 1825), tradotto da Stephen Batchelor, 1998.
Note: il kati: è ” un nervo traslucido e cristallino o canale che connette il cuore con gli occhi”.(John Myrdhin Reynolds, The Golden Letters, p. 307).
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