Ma infine cosa mi importa del mito? – J. Hillman
I grandi psicoanalisti amano raccontare i loro casi clinici esemplari. Può illustrarci un caso di guarigione attraverso il mito ?
James Hillman: Prenda un padre e un figlio. Al padre piacerebbe aiutare il figlio, ma ogni volta che il figlio fa un passo nel mondo il padre ci trova qualcosa di sbagliato. E’ più forte di lui. Così i due, il padre e il figlio, vanno dal terapeuta a parlarne e si fa un’ampia ricognizione in lungo e in largo. Viene fuori che il padre era poco legato al proprio stesso padre. Che padre e figlio hanno lo stesso tipo di tratti…. O che il padre non è mai riuscito ad avere fiducia nel figlio perché non è mai riuscito ad avere fiducia in se stesso. La terapia può aprire infinite vie di comprensione. La rivalità, la gelosia, l’omosessualità repressa e così via.
Ma se si è al corrente del mito di Crono e si sa che il padre divorerà comunque suo figlio – sempre – la cosa diviene basilare….
Il padre è in grado di pensare : io non posso non divorare mio figlio, posso però non farlo letteralmente.
Saprò che questo accade, mi aspetterò che accada, porrò attenzione a questo fenomeno, non cercherò di reprimerlo e dirò a mio figlio : ‘Sai, mi comporterò sempre così con te, proprio come tu vorrai sempre uccidermi, come Zeus ha ucciso Crono. Tu cercherai di uccidermi e io cercherò di divorarti e questo è un dato di fatto nelle nostre vite. Ora vediamo che cosa possiamo farci’ .
Così le cose cambiano, quella storia diventa un’altra storia. Anziché combattersi l’un l’altro i due hanno un mito, un intreccio che dice loro perché stanno lottando l’uno contro l’altro. Sono legati reciprocamente dal mito e solidali nel mito. E io credo che i Greci vivessero così, perché conoscevano questi racconti.
Noi non li conosciamo più, sui padri e sui figli conosciamo solo quell’unica storia che ci ha riferito Freud, e cioé che stiamo contendendoci la madre – quella soltanto. Ma l’antichità e il Rinascimento avevano storie infinite e, una volta che la vita si struttura sulla tragedia delle storie archetipiche, la coscienza si sposta ad un altro livello, anche se il nostro ‘problema’ non per questo si risolve.